Comunione o separazione dei beni: cosa conviene scegliere?

Comunione o separazione dei beni cosa conviene scegliere

Comunione o separazione dei beni: quale regime patrimoniale è più conveniente? Esaminiamo insieme le caratteristiche di ciascuno e vediamo quale conviene scegliere

 

Il regime patrimoniale legale dei coniugi, in mancanza di diversa convenzione, è costituito dalla comunione dei beni. Così recita l’art. 159 del Codice Civile.

In poche parole, se i coniugi intendono optare per il regime della separazione dei beni devono farne espressa richiesta o nel momento in cui contraggono matrimonio o stipulando successiva ed apposita convenzione matrimoniale di separazione dei beni.

Cosa significa tutto ciò? Quali sono le caratteristiche di ciascun regime patrimoniale e quale conviene scegliere?

Procediamo con ordine.

Il regime patrimoniale della famiglia

Per “regime patrimoniale della famiglia” si intendono tutte quelle disposizioni che disciplinano l’acquisto e la gestione dei beni durante il matrimonio. Questo perché dal matrimonio scaturiscono non soltanto rapporti personali tra i coniugi (tra cui ad esempio la collaborazione, l’assistenza) ma anche rapporti patrimoniali.

A seguito della riforma del diritto di famiglia avvenuta nel 1975, il regime patrimoniale della famiglia è oramai quello della comunione dei beni di cui al citato art. 159 e seguenti del c.c.

La comunione legale dei beni è il regime che si instaura automaticamente anche tra le persone dello stesso sesso che contraggono unione civile (L. 76/2016), salvo diversa esplicita volontà da manifestarsi nei modi di cui sopra.

Per quanto riguarda i conviventi, costoro possono optareper il regime patrimoniale della comunione legale dei beni stipulando un  contratto di convivenza

A questo punto, scendiamo nel dettaglio e andiamo ad esaminare le caratteristiche di ciascun regime.

La comunione dei beni: in cosa consiste

La comunione legale – così detta perché trova applicazione per disposizione del legislatore ed in assenza di una diversa volontà dei coniugi- prevede che tutto ciò che venga acquistato dopo il matrimonio dai coniugi, insieme o disgiuntamente, cada in comunione. Di conseguenza, si presumono appartenenti ad entrambi tutti i beni acquistati dopo il matrimonio.

Comunione legale: quali beni coinvolge e come funziona

Costituiscono oggetto della comunione ex art. 177 cc:

a) gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio, ad esclusione di quelli relativi ai beni personali;

b) i frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione;

c) i proventi dell’attività separata di ciascuno dei coniugi se, allo scioglimento della comunione, non siano stati consumati

d) le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio. Qualora si tratti di aziende appartenenti ad uno dei coniugi anteriormente al matrimonio ma gestite da entrambi, la comunione concerne solo gli utili e gli incrementi.

L’amministrazione dei beni della comunione legale spetta disgiuntamente ad entrambi i coniugi per gli atti di ordinaria amministrazione (art. 180, co. 1, c.c.) mentre spetta congiuntamente per gli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione e per la stipula di contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento (art. 180, co. 2, c.c.).

In poche parole, ciascun coniuge può da solo, ad esempio, acquistare beni per la casa, pagare le spese condominiali, stipulare un contratto di fornitura di un servizio.

Non può, invece, da solo, ad esempio, vendere la casa acquistata in comunione. In un caso del genere, un atto eventualmente compiuto da un coniuge senza il necessario consenso dell’altro e comunque da questo non convalidato è annullabile, se riguarda beni immobili o beni mobili registrati.

La comunione legale si scioglie in caso di morte, dichiarazione di assenza, separazione personale, divorzio oppure a seguito della decisione di mutare il regime patrimoniale della famiglia

Lo scioglimento comporta un mutamento di regime in quanto si può addivenire o ad una divisione dei beni oggetto di comunione o ad un passaggio a comproprietà in regime di comunione ordinaria.

La separazione dei beni

Con la separazione dei beni, invece, ogni coniuge conserva la titolarità e la gestione esclusiva dei beni acquistati sia prima che dopo il matrimonio e dei patrimoni personali. Analogamente, in caso di comproprietà, ciascuno è libero di gestire la propria quota in totale autonomia.

Separazione dei beni e rapporti familiari

Con la separazione dei beni ciascun coniuge conserva in via esclusiva ogni diritto sui suoi beni anche se vengono fruiti in comune. I patrimoni restano separati, tuttavia questo non incide minimamente sull’obbligo di contribuire alle spese in proporzione alle proprie capacità che resta comunque valido e totalmente applicabile.

Ricordiamo anche che la scelta dei coniugi, di adottare il regime patrimoniale della separazione dei beni, non incide sui diritti successori

Comunione o separazione dei beni: quale conviene scegliere

Come abbiamo visto, si tratta di regimi patrimoniali che hanno delle caratteristiche ben precise. La scelta, perciò, richiede un’attenta e personalizzata valutazione.

Ad esempio, se uno dei due coniugi per ragioni personali o professionali può esporre il patrimonio ad un rischio, in questo caso è preferibile optare per la separazione onde evitare di travolgere anche i beni dell’altro coniuge in caso di debiti o fallimento.

La scelta della separazione dei beni non comporta problemi in caso di scioglimento del matrimonio e semplifica una eventuale procedura di divorzio.

Nella separazione la titolarità di cui gode ognuno dei coniugi rende più fluide tutta una serie di procedure burocratiche.

D’altro canto, la comunione protegge il coniuge più debole, quindi, è preferibile laddove la disparità sia accentuata.

Il ruolo del notaio

Il ruolo del notaio è fondamentale perché la scelta del regime di separazione dei beni può essere fatta dagli sposi dopo il matrimonio con apposita convenzione stipulata per atto pubblico alla presenza di due testimoni.

Dal momento che, come abbiamo visto, non esiste una soluzione migliore dell’altra perché entrambi i regimi presentano vantaggi e svantaggi, il ruolo del notaio è prezioso perché, dopo aver valutato tutti i fattori e gli elementi, può consigliare i coniugi ed aiutarli a prendere la decisone più adatta al loro caso specifico.

Se desideri approfondire,contattaci per una consulenza.

Dr. Paola Macrì

Notaio